Lettera del Presidente del comitato CSI Forlì a tutti gli associati
A Tutti gli associati CSI
Ciao a tutti
In attesa di chiarimenti, che a quanto pare non arriveranno mai, o del prossimo dpcm, che invece, da quel che sento, uscirà tra poche ore, è doveroso, da parte del CSI, dare indicazioni il più possibile chiare e precise. Il dpcm indica le linee guide da seguire nel mondo dello sport. Purtroppo lascia spazi a diverse interpretazioni, più o meno restrittive, e questo è il motivo per cui il CSI, con grande senso di responsabilità, ha atteso qualche giorno chiedendo chiarimenti, peraltro mai arrivati, direttamente al Ministero dello Sport, piuttosto che proclamare subito il “liberi tutti” come fatto da altri. Il motivo è che non vogliamo che i nostri Presidenti corrano rischi di sanzioni per una nostra interpretazione affrettata. Una premessa va comunque fatta: il CSI ha reso “Nazionali” i propri campionati in tempi non sospetti, circa una ventina di anni fa. Perché possano essere considerati “Nazionali” deve esserci un progetto unitario, con fasi locali, regionali e nazionali e una organizzazione capillare sul territorio, un regolamento unico e univoco, un settore arbitrale presente su tutto il territorio; non si inventa da un giorno all’altro. Si ritiene quindi che i nostri campionati rientrino a pieno diritto nella categoria “Eventi di interesse Nazionale”. Nonostante quanto espresso il CSI ritiene che il vero senso della normativa sia di ridurre drasticamente le possibilità di contatto e che quindi l’interpretazione corretta sia quella di sospendere il più possibile le attività. La domanda che abbiamo rivolto al Ministero è molto semplice e, mi sembra anche piuttosto chiara: “campionati/eventi organizzati a fasi successive, locali, regionali, nazionali possono essere considerati di interesse Nazionale? Oppure devono essere campionati/eventi che, nell’ambito dello stesso girone prevedano la partecipazione di squadre/atleti provenienti da più parti della nostra Italia? Come vedete la risposta non dovrebbe essere difficile, basta dire A o B; sono uscite tante faq del Ministero in risposta a tanti quesiti ma il nostro è rimasto lettera morta. Purtroppo altri Enti e Federazioni, in modo del tutto strumentale, hanno subito cercato la scappatoia, fatta la legge trovato l’inganno, e fatto la corsa a rendere nazionale qualsiasi percorso sportivo, di fatto annullando il divieto sancito dal dpcm; chissà, forse da qualche parte avranno reso nazionale anche il corso di ginnastica preparto, non mi stupirei più di tanto. E questo non è tutto, c’è stato anche, da parte di questi Enti/Federazioni un tentativo piuttosto scorretto di far cambiare “casacca” agli affiliati CSI garantendo che con loro si sarebbe potuto giocare e con il CSI no. Una vera vergogna, una forma di sciacallaggio vero e proprio. Contare sulla voglia di giocare delle persone per raccattare qualche tessera in più è veramente disdicevole. Il vero problema però non è con noi si può e con il CSI no; il tema vero è “noi tutti si può o noi tutti non si può”. Ripeto, i campionati CSI sono a tutti gli effetti di interesse Nazionale e quindi i nostri affiliati possono fare attività esattamente come gli altri, a meno che qualcuno non ci dia indicazioni diverse. Indicazioni che, comunque, varrebbero per tutti, non solo per il CSI. Ad oggi non abbiamo queste risposte e quindi il CSI ha deciso di tenere una posizione prudenziale onde evitare che i nostri presidenti corrano rischi inutili e ha decretato la sospensione di tutti i campionati ed eventi fino al 13 novembre e comunque fino a quando non si potrà ripartire in sicurezza. Riassumendo le nostre società potranno fare allenamenti in forma ordinaria, con eventuale partitella, ma non potranno disputare gare di campionato fino a quando sussisteranno i divieti ministeriali. Sono altresì vietati gli allenamenti comuni tra più squadre e le amichevoli. Attenzione però, gli allenamenti si potranno fare solo in presenza di Tecnici Qualificati e di COVID Manager. A riguardo rammento che sul sito CSI, sotto la voce SAFE SPORT, si può trovare la possibilità di fare il corso COVID MANAGER al costo di 10,00 € per i tesserati CSI, 40,00 € per i non tesserati. Compete dunque ai Presidenti la decisione finale se fare o non fare gli allenamenti oppure, alternativa caldamente consigliata, se fare gli allenamenti all’aperto con modalità individuale, come da dpcm. Vi invitiamo pertanto a fare una scelta meditata senza cedere alle facili tentazioni e ci appelliamo al vostro, ormai comprovato nel tempo, senso di responsabilità. Il CSI, in quanto organo centrale, ha fatto la sua parte: ha ribadito, non inventato in due giorni, l’interesse nazionale dei campionati, ha sdoganato la possibilità di fare allenamento, ha sospeso i campionati onde evitare il contatto tra atleti di diverse squadre. Tutto questo è di nostra competenza, la scelta finale riguardante gli allenamenti è competenza delle singole società. L’unica cosa che ci permettiamo umilmente di chiedervi è di valutare con attenzione tutte le prospettive, tutte le problematiche sul tavolo, sia quelle economiche, che so essere particolarmente gravi e pressanti, sia quelle di relazione con i genitori, anche queste sicuramente molto variegate, sia quelle etiche, pensiamo alla salute di tutti; non soffermatevi solo alla voglia di fare attività ma valutate con lungimiranza ogni possibilità pensando a quale sia quel “bene comune” che oggi, più che mai, è doveroso perseguire. Sono sicuro che avrete la forza, la competenza e il coraggio di prendere la decisione giusta per la vostra associazione, qualunque essa sia. Il CSI sarà sempre al vostro fianco senza se e senza ma. Abbiamo preparato per voi la possibilità di scaricare, dalla vostra pagina web, il certificato di appartenenza ad un campionato nazionale; per poterlo fare bisogna perfezionare l’affiliazione e l’iscrizione ai singoli campionati, senza queste garanzie il certificato non sarà disponibile. Dal punto di vista economico vi ricordo che il governo ha predisposto una sorta di aiuto per le società sportive, un contributo a fondo perduto. Non vi so dire chi ne avrà davvero diritto visto che non riesco a capire il meccanismo per distinguere tra le società che si sono dovute fermare e quelle che invece hanno legittimamente proseguito il loro percorso sportivo. Noi del CSI ci auguriamo che possa arrivare a tutti una boccata d’ossigeno, anche ai nostri comitati locali che, lo rammento a tutti, sono l’unica categoria che non ha avuto nessun aiuto da parte dello Stato, anzi, se non hanno cambiato idea ultimamente, agli Enti di Promozione Sportiva quali il CSI, sono stati tolti il 30% dei contributi statali ordinari per dirottarli verso le società sportive. Le Federazioni non hanno ricevuto lo stesso trattamento, almeno per quanto ne sappiamo. Anche noi comitati siamo nella vostra stessa barca e ci stiamo barcamenando per sopravvivere e per trovare qualche misera risorsa anche per le nostre associazioni. Per ultimo voglio ringraziare tutti i collaboratori del CSI. Non potete immaginare quanta amarezza e scoramento ha provocato questo ultimo blocco. Hanno passato mesi a studiare i protocolli, a farli digerire alle squadre e a farli applicare. Ore di tempo gratuito impiegato per permettere la ripartenza in sicurezza delle attività. La loro volontà e perseveranza va premiata e invece mi giungono voci di commenti banali e stucchevoli sul CSI che si è affrettato a ripartire solo per fare qualche tessera; se questa fosse stata la nostra reale intenzione avremmo in seguito fatto come tanti altri (non tutti perché ci sono anche esempi di Enti e Federazioni corretti che hanno sospeso i campionati) ignorando completamente le indicazione del dpcm. Una simile affermazione è quindi decisamente ingenerosa e frutto di una cultura del sospetto che non ci appartiene. Il CSI si ritiene diverso dagli altri e lo dimostra quotidianamente attraverso l’infaticabile e impagabile lavoro degli operatori delle Commissioni Tecniche, degli Organi di Giustizia, dei Gruppi Arbitrali, dei dirigenti di Comitato, che pensano sempre, in primis, al “bene comune”, all’importanza educativa del loro e del vostro operare. A loro devo davvero un ringraziamento speciale esortandoli a non cedere allo sconforto ma a farsi trovare pronti quando sarà il momento, perché verrà il momento in cui “tutti assieme”, come una unica squadra, torneremo a giocare e usciremo da questo incubo. Ne usciremo alla grande solo se sapremo essere uniti, senza sotterfugi, furberie di ogni genere e giochi sporchi; assieme nel nome di quello sport sano ed educativo che da sempre ci contraddistingue, e grazie a questa unità di intenti saremo sempre più forti e credibili nei confronti della Società Civile. Il vero rischio, non da tutti compreso, è che tutto il mondo dello sport perda la sua rispettabilità e credibilità proprio a causa di quel NON RISPETTO DELLE REGOLE a cui stiamo assistendo; rispetto delle regole che è da sempre uno dei valori fondanti della nostro modo di intendere lo sport e che noi abbiamo il DOVERE di trasmettere ai nostri giovani, tramite il nostro esempio e non solo a parole, altrimenti la nostra diventa pura presunzione e non vera capacità educativa. Affido a queste ultime righe il desiderio di vedervi, al più presto, tutti in campo: Atleti, Allenatori, Dirigenti, Custodi, Accompagnatori, Responsabili di Comitato, Arbitri e tutta l’innumerevole schiera di collaboratori che gravitano attorno alle società sportive e al comitato. Non dimentico i genitori che si trovano impegnati e sotto stress in questo delicato periodo; a loro il mio più accorato appello perché possano essere di supporto alle società sportive dei loro figli, un grazie immenso anche a loro.
Con affetto
Il Presidente
Stefano Gurioli
PS - al seguente link potrete trovare l’appello fatto da CSI e UISP alla Regione ER
http://www.csi-emiliaromagna.it/index.php?action=pspagina&idPSPagina=262
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